I VICERE' SPAGNOLI DI NAPOLI - Giuseppe ConiglioAutore: Giuseppe Coniglio.
Titolo: I Viceré spagnoli di Napoli.
Descrizione: Volume in brossura con sovracoperta, di cm 22,5 x 14,5; 399 pagine; illustrazioni in b/n su carta lucida, fuori testo; piccolo strappo (< 1 cm) al bordo suleriore della sovracoperta; copertine, tagli e pagine lievemente ingiallite, sovracoperta ingiallita
Luogo, Editore, data: Napoli, Fausto Fiorentino, dicembre 1967
Collana: Collana di Cultura Napoletana. N. 16
Condizioni: ottime
Prezzo: Euro 30,00
Disponibilità: 1 esemplare 

 


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Nel maggio 1503 il regno di Napoli fu aggiunto ai possessi dei re di Spagna Ferdinando ed Isabella. Tra alterne vicende gli spagnoli vi restarono per circa duecento anni, fino al settembre 1707 ed in questo lungo periodo il paese fu governato dai viceré. Come tutti gli uomini di questo mondo essi ebbero pregi e difetti; talvolta i primi furono piu' numerosi dei secondi e viceversa.



Tutti dovettero fare i conti con i dirigenti che vivevano lontano, nella capitale, i quali vedevano i problemi secondo il loro punto di vista e molto raramente erano disposti ad ascoltare quanto veniva comunicato dalla periferia. Inoltre vi erano difficolta' locali, non tanto provocate dal fatto che i viceré erano spagnoli e per dovere d'ufficio rappresentavano gli interessi della Spagna, quanto per mille piccoli puntigli, beghe, interessi personali che intessono la vita quotidiana di ogni comunita' e che talvolta ne provocarono il richiamo in patria.
A loro volta poi i viceré avevano debolezze, vizi, necessita'. Lasciavano il loro paese per bisogno oppure per appagare la loro vanita' ricoprendo cariche elevate. Sia che cercassero uno stipendio, sia che desiderassero soddisfazioni all'amor proprio è evidente che questi motivi influirono sulla loro condotta.

Tutto ciò determina un panorama vario e suggestivo, in cui essi si muovono cercando di vivere la loro giornata napoletana nel modo piu' opportuno e cauto. Infatti a Napoli erano viceré, ma agli occhi dei burocrati madrileni erano dipendenti, subordinati, e non mancarono attriti ed urti col potere centrale, in cui questi grandi personaggi ebbero la peggio.
Dei viceré si era gia' in passato occupato D.A. Parrino che nel suo Teatro ne tracciò le biografie; egli però si arresta a quella del marchese di los Velez; proprio gli ultimi invece sono particolarmente importanti. Tra essi il Villena che ne chiude la serie con grande dignita' e si arrende all'esercito austriaco invasore combattendo per il suo sovrano. Egli è convinto che ormai ogni resistenza sia vana, ma ad una resa imbelle preferisce essere catturato con le armi in pugno, a difesa dei veri valori morali essenziali alla personalita' umana.

 


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