Titolo: Orlando Furioso
Madrigali sul poema di Ludovico Ariosto
Autore/i: Vari
Esecuzione: La Compagnia del Madrigale
Interpretazione: La Compagnia del Madrigale
Luogo e Data di Registrazione:
Chiesa della B.V. Maria del Monte Carmelo al Colletto, Roletto - Pinerolo, Torino, dal 19 al 23 ottobre 2009 e il 2 settembre 2010
Produzione: Arcana
Anno di produzione: 2011
Disponibilità: NO
Fin dalla sua prima apparizione nel 1516, il poema epico cavalleresco di Ludovico Ariosto ha rappresentato, e rappresenta una delle opere di maggior successo della letteratura italiana. Questa antologia, frutto di una selezione compiuta con grande sensibilità musicale, offre una sapiente ricognizione degli stili e delle tendenze espressive che caratterizzarono l’incontro fra il poema ariostesco e la musica nel periodo di maggior fortuna musicale: eccezion fatta per la frottola di Bartolomeo Tromboncino (1517), si tratta di madrigali pubblicati tra il 1541 e il 1588.
Disposti secondo la sequenza del poema, i brani qui interpretati consentono un percorso di ascolto lungo le vicende dell’Orlando furioso in musica, dalla prima stanza («Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori») al quarantaseiesimo e ultimo capitolo.
Uno dei migliori gruppi madrigalistici della scena internazionale, La Compagnia del Madrigale fa qui il suo debutto discografico inaugurando la collaborazione con Arcana. I membri fondatori del gruppo - Rossana Bertini, Giuseppe Maletto e Daniele Carnovich - hanno contribuito a portare al successo Il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini prima e La Venexiana di Claudio Cavina poi.
I testi intonati in quest’antologia - venticinque stanze in tutto per ventidue composizioni musicali - rappresentano le vicende principali dell’Orlando furioso: quella epica, della guerra tra musulmani e cristiani che fa da sfondo all’intera narrazione e si conclude con la vittoria cristiana; la vicenda amorosa della bellissima Angelica in fuga dai numerosi spasimanti, tra i quali il paladino Orlando che diverrà folle alla scoperta dell’amore tra la sua amata e il pagano Medoro (e ritornerà in sé solo grazie ad Astolfo che volerà fino alla luna per recuperare il suo senno) e infine la vicenda encomiastica del difficile amore tra il guerriero pagano Ruggiero e la cristiana Bradamante i quali, solo dopo la conversione di lui, al termine della guerra, riusciranno a coronare il loro amore e a dare inizio, con loro unione, alla casata degli Este; inoltre compaiono episodi quali l’approdo di Ruggiero nell’isola della maga Alcina, la disperazione di Olimpia abbandonata dall’infedele consorte e l’amore tra Ricciardetto, fratello di Bradamante, e Fiordispina.
Cecilia Luzzi, dalle note di copertina
Elenco dei brani:
Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori [Hoste da Reggio (ca. 1520-1569)]; Pensier (dicea) che ’l cor m’agghiacci et ardi [Orlando di Lasso (1532-1594)]; La verginella è simile alla rosa [William Byrd (1543-1623)]; Vaghi boschetti di soavi allori [Jaches de Wert (1535-1596)]; Tra le purpuree rose e i bianchi gigli [Benedetto Pallavicino (ca. 1551-1601)]; Non tanto il bel palazzo è sì eccellente [Jaches de Wert]; Era il bel viso suo, quale esser suole [Cipriano de Rore (1515-1565)]; Liete piante, verdi erbe, limpide acque [Vincenzo Ruffo (ca. 1508-1587)]; Queste non son più lagrime che fuore [Jaches de Wert]; Queste non son più lagrime che fuore [Philippe Verdelot (ca. 1480/85-1530/32)]; Queste non son più lagrime che fuore [Bartolomeo Tromboncino (ca. 1470-1535)]; Questi ch’indizio fan del mio tormento [Alfonso Ferrabosco (1543-1588)]; Non rumor di tamburi o suon di trombe [Alessandro Striggio (1535-1590)]; Se ben non veggon gli occhi ciò che vede [Giovanni Pierluigi da Palestrina (ca. 1525-1594)]; Gli sdegni, le repulse e finalmente [Hoste da Reggio]; Di qua di la va le noiose piume; Deh perché voglio anco di me dolermi? [Orlando di Lasso]; Chi salirà per me, madonna, in cielo [Jaches de Wert]; Dunque baciar sì belle e dolce labbia [Andrea Gabrieli (15333-1585)]; Scarpello si vedrà di piombo o lima [Perissone Cambio (ca. 1520-1562)]; Come la notte ogni fiammella è viva [Cipriano de Rore]; Or se mi mostra la mia carta il vero [Alessandro Striggio].
Disposti secondo la sequenza del poema, i brani qui interpretati consentono un percorso di ascolto lungo le vicende dell’Orlando furioso in musica, dalla prima stanza («Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori») al quarantaseiesimo e ultimo capitolo.
Uno dei migliori gruppi madrigalistici della scena internazionale, La Compagnia del Madrigale fa qui il suo debutto discografico inaugurando la collaborazione con Arcana. I membri fondatori del gruppo - Rossana Bertini, Giuseppe Maletto e Daniele Carnovich - hanno contribuito a portare al successo Il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini prima e La Venexiana di Claudio Cavina poi.
I testi intonati in quest’antologia - venticinque stanze in tutto per ventidue composizioni musicali - rappresentano le vicende principali dell’Orlando furioso: quella epica, della guerra tra musulmani e cristiani che fa da sfondo all’intera narrazione e si conclude con la vittoria cristiana; la vicenda amorosa della bellissima Angelica in fuga dai numerosi spasimanti, tra i quali il paladino Orlando che diverrà folle alla scoperta dell’amore tra la sua amata e il pagano Medoro (e ritornerà in sé solo grazie ad Astolfo che volerà fino alla luna per recuperare il suo senno) e infine la vicenda encomiastica del difficile amore tra il guerriero pagano Ruggiero e la cristiana Bradamante i quali, solo dopo la conversione di lui, al termine della guerra, riusciranno a coronare il loro amore e a dare inizio, con loro unione, alla casata degli Este; inoltre compaiono episodi quali l’approdo di Ruggiero nell’isola della maga Alcina, la disperazione di Olimpia abbandonata dall’infedele consorte e l’amore tra Ricciardetto, fratello di Bradamante, e Fiordispina.
Cecilia Luzzi, dalle note di copertina
Elenco dei brani:
Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori [Hoste da Reggio (ca. 1520-1569)]; Pensier (dicea) che ’l cor m’agghiacci et ardi [Orlando di Lasso (1532-1594)]; La verginella è simile alla rosa [William Byrd (1543-1623)]; Vaghi boschetti di soavi allori [Jaches de Wert (1535-1596)]; Tra le purpuree rose e i bianchi gigli [Benedetto Pallavicino (ca. 1551-1601)]; Non tanto il bel palazzo è sì eccellente [Jaches de Wert]; Era il bel viso suo, quale esser suole [Cipriano de Rore (1515-1565)]; Liete piante, verdi erbe, limpide acque [Vincenzo Ruffo (ca. 1508-1587)]; Queste non son più lagrime che fuore [Jaches de Wert]; Queste non son più lagrime che fuore [Philippe Verdelot (ca. 1480/85-1530/32)]; Queste non son più lagrime che fuore [Bartolomeo Tromboncino (ca. 1470-1535)]; Questi ch’indizio fan del mio tormento [Alfonso Ferrabosco (1543-1588)]; Non rumor di tamburi o suon di trombe [Alessandro Striggio (1535-1590)]; Se ben non veggon gli occhi ciò che vede [Giovanni Pierluigi da Palestrina (ca. 1525-1594)]; Gli sdegni, le repulse e finalmente [Hoste da Reggio]; Di qua di la va le noiose piume; Deh perché voglio anco di me dolermi? [Orlando di Lasso]; Chi salirà per me, madonna, in cielo [Jaches de Wert]; Dunque baciar sì belle e dolce labbia [Andrea Gabrieli (15333-1585)]; Scarpello si vedrà di piombo o lima [Perissone Cambio (ca. 1520-1562)]; Come la notte ogni fiammella è viva [Cipriano de Rore]; Or se mi mostra la mia carta il vero [Alessandro Striggio].