Titolo: Luigi Di Gianni | Cinema dell'essere
Autore/i: Domenico Sabino
Prefazione di Gianfranca Ranisio
DVD con booklet
Ideazione - consulenza musicale - regia Domenico Sabino
Interpreti: Luigi Di Gianni e Antonella Morea
Durata: 19'
Edizioni TheaterAus
Anno di produzione: 2015
Prezzo: Euro 10,00
Disponibilità: In commercio
L’affabulatore Luigi Di Gianni
Domenico Sabino
Come lo stesso Di Gianni afferma, i suoi documentari «sicuramente possono rappresentare alcuni aspetti del mondo contadino filtrati attraverso una mia particolare sensibilità che mi porta a prediligere certe atmosfere tese e rarefatte, alle cose ‘normali’, ‘naturalistiche’».
Accomunati dal tema dell’Essere dell’uomo al mondo e nel mondo, essi richiamano l’Esserci al mondo di Ernesto de Martino e l’Esserci davanti al mistero della morte, di derivazione heideggeriana.
Il fil rouge è de/narrato dall’interpretazione di Antonella Morea di brani poetici tratti da opere di Hans Magnus Enzensberger, Amelia Rosselli e del sottoscritto. In tal modo si crea un particolare connubio tra le immagini e le parole di Luigi Di Gianni e dell’attrice, in un percorso che attinge a una pluralità di idiomi e codici espressivi. Il docu-video si sviluppa dunque su più piani comunicativi, ciascuno con una propria autonomia espressivo-concettuale che dà vita a un excursus video-poetico alogico imperniato sul concetto di polisemia e polifonia, attuando la sperimentazione di linguaggi espressivi differenti che incrociano i brani dell’intervista con immagini filmiche e poetico-drammaturgiche.
Dal Documento-Film al Cinema dell’ESSERE (dalla prefazione)
Gianfranca Ranisio
Il docu-video si apre con immagini relative agli ex voto, al culto napoletano delle Anime del Purgatorio per poi proseguire con immagini relative al lamento funebre lucano, tratte dalle opere di Luigi Di Gianni che, attraverso le suggestioni e l’intensità dei luoghi e dei volti, comunicano il senso dell’arcano di un Sud ancora non toccato dal boom economico e che presenta tratti di arcaicità. Di Gianni racconta del suo primo documento-film, Magia Lucana, l’opera che ha rappresentato per l’autore la riscoperta delle Lucania, dopo i ricordi dell’infanzia, attraverso l’indagine demartiniana e che è insieme sia film di finzione che documentario, introducendo anche la sua concezione del cinema su cui poi ritornerà. [...] Si sofferma poi sul suo mantenersi defilato rispetto alle prese di posizione ideologica, sui suoi rapporti con il mondo dell’antropologia italiana di derivazione demartiniana: Annabella Rossi, Clara Gallini, Diego Carpitella, sulle suggestioni che gli provengono da Roberto De Simone. [...] Egli ribadisce la propria scelta di produrre film attraverso le immagini: sono le immagini che devono parlare, non i commenti su di esse; il commento deve essere il più stringato possibile, affidato anche a didascalie essenziali.