Carnevale_si_Chiamava_Vincenzo_pAutore: Annabella Rossi, Roberto De Simone
Titolo: Carnevale si chiamava Vincenzo
Sottotitolo: Rituali di carnevale in Campania.
Introduzione di Jacopo Recupero.
Prefazione di Ivos Margoni.
Descrizione: Volume in 8° (cm 21 x 14,5); pp. XVI + 719; 236 foto in b/n fuori testo
Luogo, Editore, data: Roma, De Luca, 1977
Disponibilità:  No 

 


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Questo lavoro sul carnevale è il risultato di una ricerca durata quattro anni, ancora oggi unica ed insuperata per vastita' e completezza, condotta negli anni Settanta in Campania dall'antropologa Annabella Rossi e dall'etnomusicologo Roberto De Simone, con la collaborazione di Marialba Russo, Paolo Apolito, Enzo Bassano, Gilberto Marzano.
Ha inoltre partecipato al lavoro il Gruppo di Ricerche Antropologiche della Universita' di Salerno; il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari ha incoraggiato questo studio che appare nella sua collezione di saggi e ricerche.

Gli Autori hanno lavorato "sul campo": questo tipo di approccio ha permesso di « scoprire » alcuni rituali considerati scomparsi fin dagli anni '50 da studiosi di fama, e di rilevare numerosi cerimoniali drammatici e le loro varianti locali, come le Rappresentazioni dei Mesi, la Canzone di Zeza, la Morte di Carnevale, i balli processionali, i rituali di Sant'Antonio Abate, ecc.


Per quanto riguarda l'impianto metodologico e i criteri di interpretazione, si deve sottolineare il fatto che, dopo le esperienze di Ernesto De Martino, questa è stata una delle prime ricerche che tenesse effettivamente conto dell'esigenza della interdisciplinarieta', che qui si manifesta secondo le grandi articolazioni dell'antropologia, dell'etnomusicologia e della psicanalisi.

Visti in questa triplice prospettiva, che esclude con decisione ogni tentazione folkloristica, i fenomeni de! carnevale in Campania si rivelano come una delle piu' ricche espressioni della cultura popolare meridionale, in cui il collettivo e l'individuale, il mitico e il quotidiano, l'economico e lo psicologico si fondono in un vero e proprio linguaggio, in una serie di segni e di simboli dotati di un'eccezionale densita' semantica e di una forza d'urto destinata a provocare un « cambiamento provvisorio » di condizione sociale, esistenziale e addirittura sessuale.

E' evidente che in queste « letture » la novita' maggiore è data dall'apporto della psicologia del profondo, soprattutto nella versione mitografica di Jung e di Róheim, che qui trova la sua prima e libera applicazione al materiale culturale offerto dalla Campania. L'impiego spregiudicato e forse non sempre ortodosso di questo strumento, che tuttavia ammette l'attenzione all'economico e al sociale, ha consentito agli autori di compiere un'analisi dei fenomeni collettivi in cui l'individuale continua ad avere un'estrema importanza; basti pensare al motivo del travestimento femminile, che indubbiamente traduce le pulsioni e i conflitti di chi si traveste, o a quello della maschera funebre, in cui affiora un tentativo di esorcizzare la paura della morte. La figura di Pulcinella diventa, cosi', esemplare di un complicato processo di condensazione simbolica dove la morte, la paura, la subordinazione, la nascita, il sesso si traducono in costume, maschera, gesto, intreccio, danza, parola, in cui il soggetto popolare può vivere e leggere le proprie frustrazioni e le proprie nevrosi.

Ma il risultato forse piu' cospicuo di queste analisi (e la loro portata non è esclusivamente antropologica) consiste nell'aver indicato nel mondo popolare meridionale la presenza ancora attiva di una cultura non dissociata; nei rituali e nei cerimoniali del carnevale campano il conscio e l'inconscio, il lecito e l'illecito rompono infatti le barriere istituzionali, religiose o ideologiche, per affermare, anche se in modo provvisorio, l'esigenza di un linguaggio unitario, eversivo e liberatorio. In ciò, la cultura popolare si presenta spontaneamente come un'anticultura.
Roberto De Simone

Annabella Rossi, antropologa, nata nel 1933, si è spenta di recente. Ha lavorato al Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari, a Roma, e alla Universita' di Salerno. Dal 1958 conduceva ricerche sul Meridione. Ha scritto numerosi saggi e volumi, tra i quali: Le feste dei poveri, Lettere da una tarantata, Un caso di magia nei monti Picentini.

 

Indice dell'opera:
Introduzione (J. Recupero) - pag VII
Premessa (I. Margoni) - pag XIII
II cambiamento provvisorio (A. Rossi) - pag 1
II gesto somatico ritualizzato (R. De Simone) -  pag 20
II ciclo invernale (A. Rossi) - pag 56
S. Antonio Abate (A. Rossi) - pag 61
Le danze processuali (R. De Simone) -  pag 80
La canzone di Zeza ( R. De Simone ) - pag 99
Le rappresentazioni dei Mesi (P. Apolito) -  pag 114
L'espulsione del male (A. Rossi) - pag 140
La lamentazione funebre per Carnevale (R. De Simone) - pag 152
Pulcinella (R. De Simone) -  pag 183
II travestimento da donna e altre maschere (A. Rossi) - pag 209
Appendice prima: Note di contestualizzazione (P. Apolito) - pag 225
Appendice seconda: Descrizione dei rituali di Carnevale
(gruppo di ricerca antropologica) - pag 254
Appendice terza: Testi inediti (a cura di E. Bassano) -  pag 303
Appendice quarta: Antropologia e Computer (G. Marzano) - pag 411
Tabulati -  pag 435
Illustrazioni -  pag 505
Indice dei nomi - pag 705
Indice degli argomenti -  pag 707

 


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