Autore: Antonio Parlato
Titolo: Del Pistrice immane di Positano
Sottotitolo: E di altre mostruose creature delle acque
Prefazione di Folco Quilici
Descrizione: Volume in formato 8°; 120 pagine
Luogo, Editore, data: Napoli, Stamperia del Valentino, settembre 2012
Collana: I Cinquecento
ISBN: 9788895063409
Prezzo: Euro 16,00
Disponibilità: In commercio
Sul muro del campanile della chiesa grande, la cui cupola compare in ogni cartolina, c’è un mostro vorace, enorme, orrendo, immerso nell’acqua e circondato da pesci, che divora tutto quello che capita a tiro: è il Pistrice immane di Positano. Chi vi passa davanti nemmeno lo vede: perché abbiamo l’abitudine a non vedere più le cose. Antonio Parlato, però, gli dedica questo libro, per farci riaprire gli occhi su uno dei simboli della sorprendente identità di Positano (a cui l’autore aveva già dedicato “Flavio Gioia e la bussola” e “Ulisse e le sirene di Positano”): un mostro marino che compare nella simbologia mediterranea, con significati prima pagani e poi cattolici. Conosceremo, dunque, questo Pistrice e la sua simbologia mitologica, ma anche quelli dei suoi cugini e parenti, sparsi nei mari e nella storia: draghi, serpenti marini, cetacei spaventosi, presenti nei Bestiari medioevali, nelle leggende, nei romanzi cavallereschi, nei testi biblici, fino ad arrivare ai tempi nostri, agli avvistamenti di mostri nell’era moderna. Una sorta di censimento delle popolazioni degli animali mostruosi del mare, che parte da uno dei luoghi più belli del Mediterraneo.
Antonio Parlato (Napoli 1 luglio 1940 - 20 luglio 2010) è stato un avvocato, politico e scrittore. I trait d’union di tutta la sua vita, però, sono stati principalmente due: il mare e l’identità del Mezzogiorno. A questi due temi ha dedicato la sua completa esistenza, fino agli ultimi giorni, trascorsi correggendo le bozze di questo libro.
Antonio Parlato (Napoli 1 luglio 1940 - 20 luglio 2010) è stato un avvocato, politico e scrittore. I trait d’union di tutta la sua vita, però, sono stati principalmente due: il mare e l’identità del Mezzogiorno. A questi due temi ha dedicato la sua completa esistenza, fino agli ultimi giorni, trascorsi correggendo le bozze di questo libro.