Autore: Angelo Tarchi (Napoli 1759 - Parigi 1814)
Curatore: Dario Romeo
Titolo: . Sei sinfonie
Descrizione: In 8°, 297 pp., con spartiti musicali.
Luogo, editore, data: Roma, Scienze e Lettere, 2008
ISBN: 9788888620503
Prezzo: Euro 30,00
Disponibilità: In commercio
Angelo Tarchi (1759-1814) compositore napoletano, allievo dei famosi maestri Nicola Sala e Nicola Fago, detto il Tarantino, al Conservatorio della Pieta' dei Turchini, è annoverato tra i protagonisti della scuola musicale partenopea della seconda meta' del XVIII secolo.
Autore di una feconda produzione operistica, che conta piu' di cinquanta titoli, basata su testi in prevalenza metastasiani, cui si aggiungono anche creazioni di musica sacra e strumentale, Tarchi è stato tuttavia fin qui trascurato dagli studiosi.
Lo storico Francesco Florimo è tra i pochi ad avere attirato l'attenzione sull'opera di questo musicista, riconoscendogli, tra l'altro, il merito di avere contribuito ad esportare a Parigi e a Londra la cultura musicale che contraddistinse la Scuola napoletana dell'epoca.
Tarchi è piu' spesso ricordato in relazione alla singolare riduzione dell'ultima parte de Le Nozze di Figaro di Mozart, richiestagli per la rappresentazione allestita a Monza nel 1787, in onore dell'Archiduca Ferdinando d'Asburgo e della sua consorte Maria Beatrice d'Este.
Il compositore napoletano, pur manifestando una predilezione per la composizione operistica, coltivò anche il genere strumentale, dando prova con le sue Sinfonie di possedere particolari doti compositive. Le Sei Sinfonie del Fondo Noseda del Conservatorio musicale 'G. Verdi' di Milano, restituite in partitura e qui presentate, testimoniano l'impegno creativo di Tarchi.
In esse traspare un'inclinazione per la ricerca di soluzioni formali che, per certi aspetti, tendono a superare mediante alcune innovazioni i modelli acquisti di fine secolo.
L'impiego nell'organico strumentale, per esempio, del clarinetto o della tromba, strumenti raramente utilizzati nel contesto musicale settecentesco, almeno in Italia. Di certo, l'impronta teatrale di queste composizioni manifesta i caratteri tipici dell'ouverture.
E in tale senso non passa inosservata anche la preferenza di Tarchi per i movimenti unici in cui a momenti di particolare fluidita' subentrano, alternati, sospensioni e vivaci e intensi crescendi che, in alcuni punti, sembrano anticipare il gusto rossiniano.