Autore: Franco Cafararo
Titolo: Il mandolino capovolto
Sottotitolo: Centocinquanta anni d'illusione meridionale
Romanzo
Prefazione di Amato Lamberti
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 22 x 14,5); 320 pagine
Luogo, Editore, data: Napoli, Luciano, novembre 2011
Collana: Qualeitalia. N. 3
ISBN: 9788860261588
Disponibilità: No
Introduzione
Questo è un romanzo che ha la sola pretesa di narrare una storia verosimile e cruda in uno scenario quanto più vicino possibile alla realtà. Forse un po' schierato dalla parte dei vinti, ma di storie raccontate dai vincitori ce ne sono fin troppe e poi... i vinti in questo caso sono soprattutto le classi sociali infime, i "lazzari", i fetenti e maleducati, in una sola parola il "popolo basso" che di letterati, saggisti e narratori fra le proprie fila solitamente non annovera un gran numero.
Da qualche decennio sulle vicende della nostra unificazione nazionale circola una verità assai diversa da quella ufficiale. Questa nuova versione dei fatti, riaffiorata per la tenace volontà di alcuni storici e supportata da ricerche e documenti inattaccabili, non è tuttavia mai realmente pervenuta all'opinione pubblica generale. E stata etichettata come discutibile revisionismo e relegata in una sorta di limbo dal quale fatica ad uscire. Col mio lavoro vorrei contribuire a diffondere questa dolorosa verità per farne strumento di discussione nazionale.
Non certo in nome della monarchia (totalmente estranea al mio modo di sentire) né in nome dei Borbone (che pure meritano molto più rispetto dei sopravvalutati Savoia), bensì in nome del sangue e delle lacrime di migliaia e migliaia di vittime sopraffatte, spazzate via e da sempre cancellate dalla memoria, le cui urla di dolore vorrei finalmente farvi ascoltare.
Si tratta solo di grida terrone, ma ne avranno pur diritto.
«La prima cosa che rimarco è che, nonostante il sottotitolo, l'opera è profondamente italiana, benché l'Autore ne evidenzi la meridionalità.
È italiana nell'essenza. Nel desiderio, spesso provocatorio e irriverente, di giustizia. È italiana perché italiani sono i protagonisti e tutti italiani sono i soprusi e le barbarie, da chiunque siano commessi. Questi ci appartengono dalle Alpi al canale di Sicilia ed è per questo che, seppur cancellati dalla storiografia ufficiale di massa e sepolti nell'oblio,vanno ricordati in ogni minimo e crudo dettaglio».
(dalla Prefazione di Amato Lamberti)
Questo è un romanzo che ha la sola pretesa di narrare una storia verosimile e cruda in uno scenario quanto più vicino possibile alla realtà. Forse un po' schierato dalla parte dei vinti, ma di storie raccontate dai vincitori ce ne sono fin troppe e poi... i vinti in questo caso sono soprattutto le classi sociali infime, i "lazzari", i fetenti e maleducati, in una sola parola il "popolo basso" che di letterati, saggisti e narratori fra le proprie fila solitamente non annovera un gran numero.
Da qualche decennio sulle vicende della nostra unificazione nazionale circola una verità assai diversa da quella ufficiale. Questa nuova versione dei fatti, riaffiorata per la tenace volontà di alcuni storici e supportata da ricerche e documenti inattaccabili, non è tuttavia mai realmente pervenuta all'opinione pubblica generale. E stata etichettata come discutibile revisionismo e relegata in una sorta di limbo dal quale fatica ad uscire. Col mio lavoro vorrei contribuire a diffondere questa dolorosa verità per farne strumento di discussione nazionale.
Non certo in nome della monarchia (totalmente estranea al mio modo di sentire) né in nome dei Borbone (che pure meritano molto più rispetto dei sopravvalutati Savoia), bensì in nome del sangue e delle lacrime di migliaia e migliaia di vittime sopraffatte, spazzate via e da sempre cancellate dalla memoria, le cui urla di dolore vorrei finalmente farvi ascoltare.
Si tratta solo di grida terrone, ma ne avranno pur diritto.
«La prima cosa che rimarco è che, nonostante il sottotitolo, l'opera è profondamente italiana, benché l'Autore ne evidenzi la meridionalità.
È italiana nell'essenza. Nel desiderio, spesso provocatorio e irriverente, di giustizia. È italiana perché italiani sono i protagonisti e tutti italiani sono i soprusi e le barbarie, da chiunque siano commessi. Questi ci appartengono dalle Alpi al canale di Sicilia ed è per questo che, seppur cancellati dalla storiografia ufficiale di massa e sepolti nell'oblio,vanno ricordati in ogni minimo e crudo dettaglio».
(dalla Prefazione di Amato Lamberti)