Il_Mare_non_Bagna_Napoli_pAutore: Anna Maria ortese
Titolo: Il mare non bagna Napoli
Racconti
Descrizione: Volume in 8°, 176 pagine
Luogo, Editore, data: Milano, Adelphi, 1994
Quarta edizione
ISBN: 9788845910548
Prezzo: Euro 10,00
Disponibilita': In commercio

 


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Al suo primo apparire, nel 1953, II mare non bagna Napoli sembrò a molti inserirsi in quel filone che allora e dopo venne chiamato «neorealismo». Era tutt'altra cosa. Nato dall'incontro della scrittrice con quella citta' - che era e non era la sua - uscita in pezzi dalla guerra (un incontro che fu insieme un addio: a Napoli la Ortese non tornera', in seguito, praticamente mai), il libro è la cronaca di uno spaesamento.
La citta' ferita e lacera diventa infatti uno schermo sul quale l'autrice proietta ciò che lei stessa definisce la propria «nevrosi»: una nevrosi metafisica, una impossibilita' di accettare il reale e la sua oscura sostanza, la cecita' del vivere, un orrore del tempo che ogni cosa corrode e divora - e insieme il riconoscimento del «cupo incanto» della citta', del mondo.
Tutto il libro, con la sua scrittura «febbrile e allucinata» e al tempo stesso rigorosissima, è un grido contro questo orrore, da cui lo sguardo - come quello della bambina Eugenia il giorno in cui mette gli occhiali, nel primo, indimenticabile racconto - vorrebbe potersi distogliere: e non può.

La presente edizione è accompagnata da due testi del tutto nuovi e preziosi, scritti dall'autrice ripensando questo suo libro: per il lettore saranno la guida piu' sicura.
«Nella citta' e altrove, in tutto il mondo, era l'ora che la gente rientra a casa. Anche qui, in questo paese della notte, rientrava qualcuno, avanzando a tentoni dal fondo del corridoio, straccioni, mendicanti, suonatori, uomini e donne senza volto. In certe case si cucinava qualche cosa: un fumo, che aveva la densita' di un corpo azzurro, scappava da qualche porta, s'intravedevano nell'interno fiamme gialle, volti neri di gente accoccolata tenendo sulle ginocchia una scodella. In altre stanze, invece, tutto era fermo, come se la vita si fosse pietrificata; uomini ancora in letto si rigiravano sotto grigie coperte, donne erano intente a pettinarsi, con l'incantata lentezza di chi non conosce quale sara', dopo, l'altra occupazione della sua giornata. Tutto il terraneo, e il primo piano a cui risalimmo, erano in queste condizioni di inerzia sconsolata».

 


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