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Titolo: J. Heinrich Wilhelm Tischbein. Figure d'Omero disegnate dall'antico
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Descrizione: Volume con copertina rigida, con sovracoperta, di cm 30 x 24; 224 pagine; illustrazioni in monocromia
Luogo, Editore, data: Sorrento (NA), Franco Di Mauro, novembre 1994
Collana:
ISBN: 8885263828; 9788885263826
Condizioni: nuovo
Prezzo: Euro 62,00
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Disponibilità: 1 esemplare
Wilhelm Tischbein si confronta, durante tutta la sua vita, con i concetti di antichità e di bellezza, sostanziandoli di un forte orientamento etico.
Ora, alla tradizionale interpretazione della pittura dell'artista come espressione di un classicismo tipicamente accademico - e dell'Accademia delle Belle Arti di Napoli egli fu direttore per un decennio - deve essere sostituita una lettura che metta in conto componenti più connplesse e tenga ben presente che la sua funzione non si esaurì in quella di ponte di passaggio fra la scuola neoclassica di Mengs e il neoclassicismo importato a Napoli dai discepoli di David durante il Decennio francese».
Occorre cioé sottolineare l'apertura verso sensi naturalistici più attenti, nella linea delle teorie estetiche preromantiche elaborate nell'ambiente zurighese fortemente influenzato dalle teorie di J. Georg Sulzer, nelle quali era anticipato un classicismo concettuale in cui dottrina neoclassica e derivazioni dello Sturm und Drang erano unite nella concezione di una Grecia vista come paradigma morale e della linea intesa come trascrizione di un'idea.
La Collection of Engravings from Ancient Vases ...in possession of W. Hamilton, (Napoli 1791/ '95) e l'Homer nach Antiken gezeichnet la cui edizione francese rappresenta il tema centrale di questo lavoro, in cui viene per la prima volta indagata in modo organico — sono i cardini intorno ai quali ruota l'intera vicenda artistica di W. Tischbein, con piena consapevolezza dell'autore.
L'esame che viene qui condotto si pone, infine, come un contributo alla conoscenza della produzione incisoria dell'artista, finora poco nota, ma di notevole livello, iniziata negli anni giovanili, quando, nei suoi primi tentativi, riprodusse Rembrandt in modo sorprendente, addirittura ingannevole, producendo solo poche stampe, per poi distruggere le lastre.