IL DESTINO PASSA PER VARSAVIA - Luciana FrassatiAutore: Luciana Frassati
Curatore:
Titolo: Il destino passa per Varsavia
Prefazione di Renzo De Felice
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 13,5); 274 pagine + 16 pagine di immagini in b/n; copertina, tagli e pagine lievemente ingialliti, con lievissimi segni d'uso; legatura salda
Luogo, Editore, data: Milano, Bompiani, 1985
Collana: 
ISBN:
Condizioni: ottime
Note: Prima edizione
Prezzo: Euro 25,00
Disponibilità: 1 esemplare

 


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I salotti di Vienna, Varsavia, Berlino, Roma, le desolate pianure della Volinia, i saloni dei ministeri e le lugubri carceri naziste, Varsavia occupata e Roma città aperta fanno da sfondo al racconto di Luciana Frassati che ha per protagonisti alcuni dei grandi della storia europea di questo secolo: da Mussolini a Ciano, dal ministro degli Esteri del Reich von Ribbentrop al governatore della Polonia occupata Frank, all’ex cancelliere von Papen. E poi spie e patrioti, partigiani e SS. Centro del racconto, dove la storia si lega inestricabilmente alla vicenda autobiografica e il cui pregio maggiore sta nella freschezza e nell’efficacia delle cose viste e vissute in prima persona, sono i sei colloqui che l’autrice ebbe nel 1939-40 (l’ultimo il 24 febbraio) con Mussolini.
Da essi risulta che il duce si atteneva alla politica dell’Asse unicamente perché convinto della sicura vittoria di Hitler e che furono compiuti dall’Italia ripetuti tentativi di salvare l’indipendenza dello stato polacco e di aiutare, almeno sottobanco, i singoli.
Altri argomenti trattati: la profonda simpatia di Mussolini per Dollfuss e la sua avversione per Schuschnigg; l’intervento del Papa a favore della Polonia, ingiustamente poi misconosciuto dagli attuali governanti in Varsavia; la negazione della leggenda dell’inesistenza di collaborazionisti polacchi; infine, la tragica conferma delle terribili stragi eseguite in Polonia dal Sicherheitdienst e dalla Gestapo.
In questo contesto s’inserisce il continuo andirivieni dell’autrice da Varsavia occupata e il suo prodigarsi in vari modi a favore dei compatrioti d’adozione ingannando l’attenta sorveglianza della Gestapo, vicenda che a un tempo incuriosisce e affascina.

 


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