Curatore:
Titolo: Bambole di Erode
Sottotitolo: Pedofilia e mercato degli organi nel mondo dell'infanzia
Romanzo sceneggiato
Descrizione: Volume in brossura, di cm 23 x 16,5; 205 pagine;
Luogo, Editore, data: Napoli, Eurocomp 2000, 2000
Collana:
ISBN: 8883460057, 9788883460050
Condizioni: nuovo
Prezzo: Euro 9,81
Disponibilità: 1 esemplare
Una donna, Diana, vittima e sposa di un pedofilo di cui resta vedova, aiuta il protagonista, Sergio, giornalista improvvisato e sprovveduto, ad infiltrarsi in una comitiva di pedofili.
Tra i due nasce un feeling ma Sergio è sconvolto dall'esperienza di bambini venduti, conprati e violentati. Vorrebbe fuggire, tornare dalla sua famiglia, raccontare tutto agli investigatori.
Teme però di non poter sfuggire a rappresaglie e vendette.
Sarà Diana stessa a liberarlo sacrificando la propria vita e sacrificando, con pietoso cinismo, la vita di tante piccole vittime destinate al massacro.
Un pedofilo pub essere una persona simpatica?
Si può conversare più o meno amabilmente con un pedofilo della sua "debolezza"?
Che tipo di risposta ci si aspetta se si chiede ad un pedofilo "ma come fai a scoparti una bambina di dieci anni?"
La storia raccontata in queste pagine era contenuta in una sceneggiatura. Quando si fa il giro delle Case di Produzione con una sceneggiatura sotto il braccio si è sempre preparati ad un cortese rifiuto e alla delusione.
Ma si resta un po' perplessi alla domanda "da quale romanzo o libro stata tratta?" Allora si corre a casa, si accende il computer e si torna indietro. Si comincia a risalire dalle scene-sequenze al racconto verbale. Lasciando quasi intatti i dialoghi, fomendo al lettore maggiori "indizi"
sull'ambientazione, si ottiene il presente risultato. Uno scritto strano. Una sceneggiatura romanzata... un romanzo sceneggiato.
Una storia semplice, quasi una favola. Una favola che ha conservato "il messaggio" contenuto nel progetto cinematografico.
Questa messaggio investe con violenza la nostra vita, il nostro quotidiano.
Innanzitutto salta all'occhio la raccomandazione: "non ci si improvvisa, non bisogna improvvisarsi mai". Ci si può trovare a confronto con "cose" molto più grandi di noi, alle quali non eravamo per niente preparati.
In secondo luogo vengono presentate con "assurda" semplicità alcune debolezze umane; debolezze che, da un certo punto di vista, sono considerate reati.
Ma chi di noi è disposto ad accettare che un reato sia il prodotto di una debolezza e non di un sopruso? Un prodotto i cui fattori spesso risiedono nei nostri meccanismi psichici, fisiologici e ormonali che, tra l'altro, appaiono sensibili a sorprendenti manipolazioni.