Autore: Costantino Massaro
Titolo: La poetica della pancia
Sottotitolo: Viaggio enogastronomico nell’anatomia letteraria degli scrittori italiani dell’Otto-Novecento
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 14); 220 pagine.
Luogo, Editore, data: Pisa, ETS, 2018
Collana: Obliqui
ISBN: 9788846751157
Prezzo: Euro 18,00
Disponibilità: In commercio
Qual era il piatto prelibato di Giosuè Carducci? Che cosa preparava per pranzo Maria al suo amato fratello Cesare (Pavese)? E che dire di Umberto Saba che ricorda l’amico Italo in un passo intitolato La bistecca di Svevo? In questo libro scopriamo queste e tante altre preziose curiosità: da A morte la minestra di un Leopardi bambino, che sarebbe poi diventato un uomo capace di apprezzare i piaceri del buon cibo (altro che pessimista!), ai versi bizzarri di Montale
redatti velocemente poco prima del cenone di fine anno, passando per un invito ad una ‘causerie’ gastronomica presieduta da Montale in persona. E ancora, il discorso contro la polpetta di un giovane D’Annunzio, le icastiche e gustose metafore culinarie del Gattopardo, la carnale voracità dell’Angiolina di Svevo e la ‘gran fiera magnara’ di Gadda fino alla piada malinconica dei versi di Pascoli e il ventre napoletano della Serao; senza scordare le piole pavesiane, le ribotte di Carducci, capace di divorare cibo ininterrottamente per un giorno intero, e le sinestetiche ricette marinettiane.
In questo saggio non ci si sofferma soltanto sulle preferenze e sui gusti culinari privati dei singoli letterati ma anche sui più significativi luoghi letterari (non solo epistolari o diaristici) in cui essi stessi parlano di cibo, declinato nelle sue varie funzioni, dimostrando come sovente sia possibile rinvenire i gusti personali dei vari autori anche nelle pieghe delle loro opere, che, in tal caso, acquistano un prezioso valore autobiografico e documentaristico. Le tante curiosità non sono mai al servizio di una sterile aneddotica, ma sempre funzionali ad un discorso, nuovo e diverso, sulla poetica di alcuni prestigiosi esponenti della letteratura italiana dell’Otto-Novecento
In questo saggio non ci si sofferma soltanto sulle preferenze e sui gusti culinari privati dei singoli letterati ma anche sui più significativi luoghi letterari (non solo epistolari o diaristici) in cui essi stessi parlano di cibo, declinato nelle sue varie funzioni, dimostrando come sovente sia possibile rinvenire i gusti personali dei vari autori anche nelle pieghe delle loro opere, che, in tal caso, acquistano un prezioso valore autobiografico e documentaristico. Le tante curiosità non sono mai al servizio di una sterile aneddotica, ma sempre funzionali ad un discorso, nuovo e diverso, sulla poetica di alcuni prestigiosi esponenti della letteratura italiana dell’Otto-Novecento