Autore: Luca Palermo
Titolo: Raffaele Uccella. Scultore. 1884-1920.
Prefazione della prof.ssa Gaia Salvatori*
Descrizione: volume 17cm x 24cm; pp. 186; 71 illustrazioni a colori
Stampato presso: Litonew s.a.s. di Napoli
Editore: Collana Risvegli Culturali, 2012
ISBN: 9788890540233
Disponibilità: NO
Dalla prefazione di Gaia Salvatori:
Ad un “allargamento degli orizzonti” fa riferimento l’ultima parte del secondo capitolo di questo volume sullo scultore Raffaele Uccella, relativo ai pochi anni che, dopo la Grande Guerra, l’artista sammaritano visse, coinvolto da nuovi stimoli culturali, grandi progetti, aspirazioni e ansie di cambiamento.
Ma è un attributo che potrebbe essere riconosciuto anche al lavoro di Luca Palermo che, da un repertorio bibliografico e documentale finora rimasto circoscritto ad interessi prettamente localistici, si è mosso con coraggio a costruire un’indagine storico-artistica di più vasto respiro, articolata nella messa a fuoco delle varie componenti storiche, sociali, culturali e filologiche del prodotto artistico.
E’ un’ulteriore conferma dell’attitudine alla ricerca del giovane studioso, già impegnato su altre importanti tematiche dell’arte contemporanea nell’ambito del dottorato in Metodologie conoscitive per la conservazione e valorizzazione dei Beni culturali della Seconda Università degli Studi di Napoli e di cui contiamo, nei prossimi anni, di raccogliere i frutti.
Luca Palermo, appassionatosi alla figura di Uccella in occasione di una ricognizione sul patrimonio storico artistico del territorio di Terra di Lavoro meritevole di rinnovate letture e approfondimenti, si è presto reso conto che, per delineare la figura di questo complesso e per certi versi enigmatico scultore di primo Novecento, era necessario far dialogare sul serio le fonti con la letteratura artistica di quasi un secolo e inquadrare la fisionomia dell’artista nell’articolato ed ancora non sufficientemente conosciuto ambiente culturale del primo ventennio del Ventesimo secolo in Campania. Un compito difficile, soprattutto se da affiancare – come si rivelava necessario – alla costruzione di un vero e proprio ‘catalogo’ delle opere caratterizzato, paradossalmente, dalla frequente mancanza delle stesse cui suppliscono, nel migliore dei casi, sole preziose testimonianze fotografiche o documentarie.
Anche nella carenza di dati certi che lascia galleggiare spesso la trattazione nella fluidità delle ipotesi di datazione, la ricostruzione del percorso e dell’operato di Raffaele Uccella in soli quindici anni circa di attività, si presenta convincente e pone le basi di eventuali ed ulteriori auspicabili integrazioni, soprattutto per ciò che riguarda ciò che definirei il patrimonio ‘sommerso’ dell’artista nei meandri del collezionismo privato o, nei fitti rivoli della noncuranza collettiva. Ma anche e soprattutto la sua presenza in pubblici musei (Campano a Capua, Accademia di Belle Arti e Museo del Novecento a Napoli) meriterebbe rinnovata attenzione affinché il pubblico possa accorgersi dello spessore insito nell’opera di questo esponente del tardo simbolismo europeo intriso di umori spiritualisti ed aspirazioni totalizzanti che abbracciano più arti (critica, musica, teatro, architettura) e più interessi culturali (letteratura, poesia, politica e impegno sociale) di cui la scultura è stata significativamente il perno.
* Docente di Storia delle Arti Contemporanee presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università degli Studi di Napoli
Ad un “allargamento degli orizzonti” fa riferimento l’ultima parte del secondo capitolo di questo volume sullo scultore Raffaele Uccella, relativo ai pochi anni che, dopo la Grande Guerra, l’artista sammaritano visse, coinvolto da nuovi stimoli culturali, grandi progetti, aspirazioni e ansie di cambiamento.
Ma è un attributo che potrebbe essere riconosciuto anche al lavoro di Luca Palermo che, da un repertorio bibliografico e documentale finora rimasto circoscritto ad interessi prettamente localistici, si è mosso con coraggio a costruire un’indagine storico-artistica di più vasto respiro, articolata nella messa a fuoco delle varie componenti storiche, sociali, culturali e filologiche del prodotto artistico.
E’ un’ulteriore conferma dell’attitudine alla ricerca del giovane studioso, già impegnato su altre importanti tematiche dell’arte contemporanea nell’ambito del dottorato in Metodologie conoscitive per la conservazione e valorizzazione dei Beni culturali della Seconda Università degli Studi di Napoli e di cui contiamo, nei prossimi anni, di raccogliere i frutti.
Luca Palermo, appassionatosi alla figura di Uccella in occasione di una ricognizione sul patrimonio storico artistico del territorio di Terra di Lavoro meritevole di rinnovate letture e approfondimenti, si è presto reso conto che, per delineare la figura di questo complesso e per certi versi enigmatico scultore di primo Novecento, era necessario far dialogare sul serio le fonti con la letteratura artistica di quasi un secolo e inquadrare la fisionomia dell’artista nell’articolato ed ancora non sufficientemente conosciuto ambiente culturale del primo ventennio del Ventesimo secolo in Campania. Un compito difficile, soprattutto se da affiancare – come si rivelava necessario – alla costruzione di un vero e proprio ‘catalogo’ delle opere caratterizzato, paradossalmente, dalla frequente mancanza delle stesse cui suppliscono, nel migliore dei casi, sole preziose testimonianze fotografiche o documentarie.
Anche nella carenza di dati certi che lascia galleggiare spesso la trattazione nella fluidità delle ipotesi di datazione, la ricostruzione del percorso e dell’operato di Raffaele Uccella in soli quindici anni circa di attività, si presenta convincente e pone le basi di eventuali ed ulteriori auspicabili integrazioni, soprattutto per ciò che riguarda ciò che definirei il patrimonio ‘sommerso’ dell’artista nei meandri del collezionismo privato o, nei fitti rivoli della noncuranza collettiva. Ma anche e soprattutto la sua presenza in pubblici musei (Campano a Capua, Accademia di Belle Arti e Museo del Novecento a Napoli) meriterebbe rinnovata attenzione affinché il pubblico possa accorgersi dello spessore insito nell’opera di questo esponente del tardo simbolismo europeo intriso di umori spiritualisti ed aspirazioni totalizzanti che abbracciano più arti (critica, musica, teatro, architettura) e più interessi culturali (letteratura, poesia, politica e impegno sociale) di cui la scultura è stata significativamente il perno.
* Docente di Storia delle Arti Contemporanee presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università degli Studi di Napoli