
Titolo: Totò con i 4
Sottotitolo: Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Erminio Macario
Descrizione: Volume in formato 8°; 284 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Apeiron Edizioni, 2018
Collana:
ISBN: 9788896884348
Prezzo: Euro 15,00
Disponibilità: In commercio
Chi non conosce Totò? A chi non è nota la sua travolgente bravura e la sua vulcanica comicità? Ma il vero principe De Curtis, non quello scanzonato e scoppiettante del set, bensì quello solitario e scontroso della dimensione privata, quanti possono dire di conoscerlo? E, soprattutto, è possibile ricostruire la reale immagine dell’artista, spogliata delle finzioni imposte dal mestiere? Ci hanno provato Ciro Borrelli e Domenico Livigni, entrambi napoletani per origine e per passione. Come? Con uno studio accurato, condito con bella manciata di fantasia. Sì, perché il De Curtis uomo emerge dai ricordi di quattro suoi amici e colleghi, anch’essi grandi artisti.
Ciro Borrelli ci fa addentrare nella vita privata attraverso un’intervista a Peppino De Filippo, rilasciata a conclusione di uno spettacolo teatrale, ma anche mediante un colloquio tra Nino Taranto ed un bambino, nello scenario del bosco di Capodimonte.
Nella stessa direzione si muove Domenico Livigni, ma in modo diverso: a lui il compito di immergere il lettore in una commossa rievocazione del De Curtis ad opera di Macario, colto nel momento in cui riceve la notizia della scomparsa dell’amico, ma anche di emozionarlo attraverso le parole di Aldo Fabrizi, i cui ricordi riaffiorano nitidi in occasione di una passeggiata romana.
A fare da trait d’union tra le parti dell’opera il legame, all’inizio squisitamente professionale, in un secondo momento profondamente e meravigliosamente umano, tra i quattro artisti e il principe della risata.
Ciro Borrelli ci fa addentrare nella vita privata attraverso un’intervista a Peppino De Filippo, rilasciata a conclusione di uno spettacolo teatrale, ma anche mediante un colloquio tra Nino Taranto ed un bambino, nello scenario del bosco di Capodimonte.
Nella stessa direzione si muove Domenico Livigni, ma in modo diverso: a lui il compito di immergere il lettore in una commossa rievocazione del De Curtis ad opera di Macario, colto nel momento in cui riceve la notizia della scomparsa dell’amico, ma anche di emozionarlo attraverso le parole di Aldo Fabrizi, i cui ricordi riaffiorano nitidi in occasione di una passeggiata romana.
A fare da trait d’union tra le parti dell’opera il legame, all’inizio squisitamente professionale, in un secondo momento profondamente e meravigliosamente umano, tra i quattro artisti e il principe della risata.