
Titolo: Risorgimento italiano
Sottotitolo: Le altre verità
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 26 x 18,5); 366 pagine.
Luogo, Editore, data: Locri (RC), Franco Pancallo, 2012
ISBN: 9788864563060
Disponibilità: NO
Papandrea ha osservato la vulgata storica degli avvenimenti che precedettero il Risorgimento, in Italia e in Europa e non solo, tenendo presenti oltre alla situazione geopolitica dell’Italia di allora, i difficili equilibri e i malesseri tra Regno di Sardegna, Stato Pontificio, Regno delle due Sicilie. Ha osservato quanto male sia venuto al sud con l’annessione, declinata come venne declinata, ha osservato quanto lontane nel tempo, tenaci e ramificate furono le radici di un male tuttora operante, con una questione meridionale nata con la forza della zampata di un leone, ma con l’accortezza e la furbizia di far passare la zampata per una carezza. Unità? No. Unificazione, forse è il termine più giusto.
E, tornando al metodo scientifico, la verifica? Si tratta di storia, pertanto la verifica non è stata effettuata con esperimenti, ma con documenti e testimonianze. E così Papandrea ha comunicato i risultati con il libro: “Le altre verità”.
Solo un anno e mezzo fa è stato celebrato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Papandrea ha preso lo spunto da queste celebrazioni per analizzare, approfondire, documentare la storia del Risorgimento che all’Unità stessa portò, sfatando le leggende, svelando le radici di tutti i pregiudizi contro il meridione e i meridionali. Il sud venne spogliato di tutto, anche della memoria, che bisogna restituirgli.
Tutti abbiamo studiato a scuola di Mazzini, Garibaldi e Cavour. Il Risorgimento era ed è in programma in tutti gli ordini e gradi di scuola. Papandrea con il suo saggio vuole dimostrare che nelle nostre fatiche dell’età evolutiva siamo stati ingannati, e che l’inganno dura ancora.
Quali i fatti credibili, quali le vere ragioni? Che gli storiografi abbiano obbedito a logiche partigiane? O c’è sempre una verità ufficiale, più soft si direbbe oggi, più esportabile in ogni luogo e in ogni tempo? Una verità che non disturba gli equilibri così dolorosamente raggiunti?
Si dice che la storia rappresenti le radici di ogni popolo, di ogni nazione e che dall’ieri nascono l’oggi e il domani. L’ieri quindi bisogna approfondirlo. Per sapere chi siamo e scegliere la direzione da prendere dobbiamo sapere da dove veniamo.
Ma gli avvenimenti che si sono verificati prima che noi nascessimo ce li deve raccontare qualcun altro. Ce li devono raccontare gli storici. Quelli competenti, quelli che si fanno guidare dall’onestà intellettuale, quelli che si cercano le fonti prima di scrivere e descrivere, prima di raccontare.
E Papandrea parte da molto lontano nel suo racconto. Batte una pista molto antica che parte da Gerusalemme e dai Templari. Citando le fonti, afferma che l’erede dei Templari è la Massoneria che, diffusa tra gli Illuminati francesi come nel resto del mondo, generò la Rivoluzione Francese e le sue ghigliottine. Papandrea vede il legame tra Massoneria inglese e Unità d’Italia. La Massoneria voleva vendicarsi dello Stato Pontificio, persecutore dei Templari. Gli inglesi temevano il superpotere della Francia nel mediterraneo. Favorirono dunque le ambizioni di Cavour e di Casa Savoia.
Il Regno delle due Sicilie doveva scomparire, anche versando molto sangue, le sue casse andavano vuotate. Garibaldi portò stragi di Borboni e di civili e trasferì ricchezza da sud a nord. La lotta civile durò dieci anni perché il governo piemontese perseguitò i militari borbonici e i contadini che spacciava per briganti, poveri contadini a cui Garibaldi aveva rubato il pane per darlo ai piemontesi. Da qui le lotte tra foresti e cafoni.
Romantico il risorgimento? Nobili i suoi ideali? Papandrea ne “L’Altra verità” descrive magistralmente le alleanze, le cospirazioni, i tradimenti nello scacchiere internazionale europeo e italiano nel periodo che precedette la conquista del sud, il progressivo isolamento dei borboni, il complotto che condusse all’estinzione del Regno delle due Sicilie, deponendo dal trono una delle più antiche dinastie europee e condannando il meridione e i meridionali all’emigrazione e al declassamento morale e civile.
La questione meridionale non è mai stata risolta, i pannicelli caldi della Cassa del Mezzogiorno e delle numerose agenzie per lo sviluppo del Sud non hanno dato buoni frutti essendo state convertite in assistenzialismo e clientelismo. Siamo sempre stati e siamo portatori d’acqua a chi era ed è più forte, più potente, a chi era ed è, nel bene e nel male, molto più grande di noi.
Leggi estratto dalla presentazione del volume apparsa a firma di Rory Previti sul magazine online "Resapubblica.it"