Autore: Francesco De Sanctis
Titolo: Un viaggio elettorale.
Sottotitolo: Edizione critica a cura di Toni Iermano.
Collaborazione di Paola Di Scanno.
Descrizione: Volume in 8° (cm 21,5 x 14); 216 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Mephite, 2007
Collana: I Cacciaguida
ISBN: 978-88-88655-30-1
Disponibilita': NO
In una fredda notte d'inverno del 10 gennaio 1875, in una modesta locanda di Foggia, Francesco De Sanctis, il guerriero di mille campagne elettorali, preparava le sue carte per vivere in sola settimana una competizione gremita d'incognite in un paesaggio quasi siberiano, lontano ed impenetrabile.
Nel remoto e favoloso collegio di Lacedonia, in cui rientrava la sua Morra, lo attendevano preti miscredenti e intriganti, micidiali eruditi e galantuomini in tuba e giamberga, strenui difensori della proprietà, impauriti dalle rivolte contadine - terribile e sanguinosa era stata quella di Carbonara poi Aquilonia nell'ottobre del Sessanta - e dai ricordi recenti di montagne abitate da briganti sanguinari e primitivi che, come scrive Carlo Levi, 'tagliavano le orecchie, il naso e la lingua dei Signori, per farsi pagare i riscatti'.
Paesi irraggiungibili e antichissimi, strade impossibili, tratturi 'che per sei mesi dell'anno', lo ricorda il molisano Francesco Jovine, erano fiumi di fango, sentieri innevati e pietrosi costituiscono l'ambientazione tutta meridionale di un'avventura che da subito diventa materia per uno dei primi romanzi politici dell'Italia unita.
Un viaggio elettorale è il formidabile ritratto di un mondo desolato e monotono, chiuso nei suoi pregiudizi e nei suoi incredibili 'dietroscena', dominato da personaggi e situazioni che l'umorismo e l'originale lessico desanctisiani trasformano in stampe di costume e in bozzetti che ancora oggi rientrano in un'ideale antologia della narrativa realista del secondo Ottocento.
Ma ogni parte della 'commedia', senza mai scadere nel pittoresco, assume un emblematico significato morale che si lascia intridere da una radicale richiesta di democrazia e di educazione politica.
Una carrozza parcorre nel rigido gennaio del 1875, alla vigilia di un difficile ballottaggio elettorale nel collegio di Lacedonia, strade impossibili e s'arrampica lungo sentieri di fango alla ricerca di paesi irrangiungibili, sepolti dalla nebbia e infradiciati dalla pioggia. Il candidato al Parlameno Francesco De Sanctis, gia' ministro della pubblica istruzione nei governi Cavour e Ricasoli, è il viaggiatorre disincantato che percorre le antiche contrade della sua Irpinia, confrontandosi senza timori con l'asprezza di un contesto dominato da incredibili "dietroscena" e ambiguita', e toccando con mano le contraddizioni di un Mezzogiorno quasi contemporaneo.
L'aureo libretto in cui racconta il suo "viaggio elettorale" viene ora offerto in una definitiva edizione critica, arricchito di un fondamentale "Dizionario delle citazioni, dei luoghi e dei personaggi".