letteratura gastronomica del meridione d italia gennaro avanoAutore: Gennaro Avano
Titolo: Letteratura gastronomica del meridione d'Italia
Prefazione di Antonella Laudisi
Saggio introduttivo di Antonio Attorre 
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 15); 166 pagine.
Luogo, Editore, data: Nardò (LE), Besa, 2009
Collana: Entropie. N. 84
ISBN: 88-497-1149-2, 9788849711493
Prezzo: Euro 17,00
Disponibilità: In commercio

 


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L'Autore presenta la letteratura e la tradizione gastronomica meridionale come la storia di una condivisione, cui tutte le anime di quello che fu il Regno di Napoli (e oltre) presero parte.
L'analisi si sviluppa su un piano geografica e temporale, osservando l'evoluzione e le caratteristiche della gastronomia nei diversi territori provinciali e nel corso delle epoche storiche, dal periodo antico e medievale fino a quello moderno e contemporaneo.
Si scoprono così ricette che nel corso del tempo hanno cambiato denominazione e ricorrono quindi nella storia gastronomica con titolo "ingannevoli" rispetto alla nostra attuale idea di quei piatti: è il caso ad esempio della pizza, che nel vocabolario cinque-seicentesco era qualcosa di simile a una crostata o a una torta; e della classica "salsa di pomidoro", molto diversa da come la prepariamo oggi.
Trova spazio in questo contesto, l'esame di documenti letterari quali il poema Gastronomia del filosofo epicureo Archestrato di Gela (IV secolo a. C.), il De re coquinaria di Marco Gavio Apicio (II secolo a. C.) e il Liber de Coquina di anonimo napoletano, rislente ad età angioina. Dal Seicento in avanti, con la nascita di una vera e propria editoria gastronomica meridionale, compaiono opere quali La Lucerna de' Corteggiani (1634) di Giovan Battista Crisci e Lo scalco alla moderna di Antonio Latini (1692-94), fino alla vasta produzione del grande gastronomo salentino Vincenzo Corrado, autore di testi quali Il cuoco galente (1773) e Del cibo pitagorico (1781) senza dimenticare Cucina teorico-pratica (1837) di Guido Cavalcanti.
L'ultima parte del volume è focalizzata sulla percezione della gastronomia meridionale all'estero negli ultimi due secoli e prende in esame le citazioni che di questa cucina sono presenti nelle opere di autori stranieri quali Marie-Antoine Careme, Auguste Escoffier e Ferran Adrià.

 


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